L’attuale Cirò, oggi prodotto nelle tipologie Rosso, Rosato e Bianco,
deriva da un vino che anticamente era chiamato “Krimisa”.
Il
nome probabilmente deriva da quello di una colonia greca, Cremissa
appunto, situata dove ora sorge Cirò Marina. A Cremissa sorgeva
peraltro un importante tempio dedicato al dio del vino, Bacco.
Dalle
tavole di Eraclea, risalenti al 300 a.C., risulta che
un appezzamento di terra coltivata a vite
valeva circa 6 volte quanto un campo coltivato a cereali.
I
contadini ellenici portarono tecniche nuove di vinificazione e
impiantarono anche nuovi vigneti: sono di probabile origine greca,
infatti, alcuni tipi di vite ancora presenti sia sul suolo calabrese
che in altre parti d’Italia, cioè il Gaglioppo, il Greco Bianco, il
Mantonico.
La produzione vinicola aveva assunto una
tale importanza nella zona che furono costruiti, con tubi di
terracotta, dei veri e propri “enodotti” i
quali, partendo dalle colline circostanti Sibari, arrivavano
direttamente ai punti di imbarco, e tramite navi anforee permettevano
al vino di raggiungere le località del Mediterraneo, fino ai paesi
nordici.
Il “Krimisa” (o Cremissa)
era,nell’antichità, il “vino ufficiale” delle Olimpiadi.
Lo
stesso Milone di Crotone, vincitore di ben sei olimpiadi, pare fosse
un grande estimatore di questo vino” il
vino diKrimisa”, ovvero l'antenato dell'attuale Cirò che
per tradizione veniva offerto agli atleti
reduci da Olimpia che tornavano vincitori dalle gare olimpiche.
La tradizione è
stata ,tra l’altro, riportata in auge, anche e sopratutto per
rilanciare l'immagine del Cirò che si era andata un pò offuscando
negli ultimi tempi, alle Olimpiade di Città del Messico nel 1968 dove
tutti gli atleti partecipanti hanno avuto la possibilità di gustare il
Cirò come vino ufficiale
|